Ora, nell'ora che precedeva le tenebre, l'uomo riposava, pregando. Stava parlando, nel segreto, con il suo padre vivente, il suo padre cosmico... quel padre che abita in ciascun cuore e in ciascuna mente che conosca o abbia conosciuto, e fosse solo per un momento, l'amore; quell'amore che volgeva la sua forza fuori di sé inondando l'altro da sé. L'uomo sapeva che presto sarebbero scese le oscure fauci delle tenebre, ma non le temeva.
L'oscurità non poteva vincerlo, non poteva atterrarlo, non poteva sconfessare le sue parole né i suoi pensieri; poteva soltanto denunciarlo, dichiarando il falso; poteva soltanto insultarlo, senza ragione alcuna... e così, in quella notte ormai fonda e buia, una voce sollevò il vento annunciando parole di sconforto e ignavia, insultando l'uomo che ancora sedeva su di una roccia e non l'ascoltava.
La voce si fece rabbiosa, violenta, terribile... sembrava volesse sconquassare il mondo intero... scatenò un putiferio, ma quell'uomo restava seduto, imperturbabile. Allora, la voce gli disse «Bestia, ascoltami, se è vero che a te non posso recare danno, allora sappi che lo recherò agli altri, alla gente, a quelle persone smarrite che ti seguono e che tu ami tanto»... l'uomo pianse; era proprio questa l'unica cosa che potesse scuoterlo, che potesse ferire il suo cuore e le tenebre lo sapevano.
Allora, piangendo, lui disse rivolto al nulla da cui proveniva quella voce: «Tu non oserai toccare nessuno di coloro che io amo, non te lo permetto; se tu oserai, sappi che io ti distruggerò e che per te non ci sarà salvezza in alcun posto su questa terra promessa alla pace e che tu cerchi di sconvolgere e di perdere dalla luce all'oscurità. Io sono una spada e taglierò il tuo ventre gravido di insipienza, dolore e malessere»... gli risposero le tenebre «Ti odio, noi ti odiamo; tu sei la nostra perdizione ma non riuscirai a fermarci, noi contamineremo e distruggeremo ciò che tu più ami.
Vattene da questa terra, tu, figlio del Logos». Le tenebre si ritirarono e fu giorno nuovo; l'uomo sapeva che la voce udita in quella notte era già all'opera, e scese dalla collina a valle, recandosi là dove lo attendevano i suoi discepoli insieme a una folla di persone che attendevano una sua parola, un suo gesto... andò, arrivò e si guardò intorno; i suoi occhi erano velati di lacrime proprio come lo erano stati quelli della donna che lui, senza conoscere, aveva guarito; anche al suo sguardo, ora, quella folla di esseri umani appariva come un folto bosco di esili alberi scossi e battuti dal vento.