Perché i Tessuti Sintetici Inquinano?

Le fibre di cui sono fatti i tessuti sintetici sono fonte di inquinamento da microplastica. Così in questo articolo ho deciso di approfondire la questione.

Infatti, quando io stessa ho iniziato a pormi domande sull'impatto del mio stile di vita, non ho mai davvero prestato attenzione all'abbigliamento.

Poi un giorno ho visto un documentario sul tema delle microplastiche rilasciate dai tessuti sintetici negli scarichi delle lavatrici. E lì ho iniziato a pensarci davvero.

Col tempo poi ho scoperto che questo problema 'di moda' è molto più ampio, così ho iniziato a comprendere il significato di termini come "fast fashion" o "moda sostenibile".

Comunque ho deciso di approfondire l'aspetto legato all'inquinamento da plastica e perciò in questo articolo ti spiego la differenza tra i vari tipi di tessuto, perché quelli sintetici sono inquinanti e cosa puoi fare per ridurre il problema.

P.S. Io parlo di abbigliamento, ma i tessuti sintetici si usano per moltissimi altri oggetti come tappeti, asciugamani, calze, tende, coperte ecc.

TIPI DI FIBRE

 

Esistono 3 tipi di fibre tessili:

  • NATURALI sono fibre ricavate da fonti naturali come il cotone, lana, lino e molte altre;
  • ARTIFICIALI derivate da materie prime naturali, di solito cellulosa o proteine di origine vegetale come la polpa del legno, poi trattate con sostanze chimiche come soda caustica e disolfuro di carbonio. Acquistano quindi caratteristiche più simili alle fibre sintetiche. Tra queste, quelle più comunemente conosciute sono il raion e la viscosa;
  • SINTETICHE sintetizzate a partire dal petrolio o altre sostanze minerali. Sono per questo molto economiche da produrre e conferiscono ai capi delle caratteristiche particolari come aderenza, elasticità, resistenza ecc.

Quindi la principale differenza tra le fibre artificiali e sintetiche è che le prime derivano materie prime di origine naturale trattate chimicamente. Mentre le altre sono del tutto sintetizzate a partire da petrolio o minerali.

Di conseguenza, entrambe a modo loro, sono inquinanti.

Ma per quanto riguarda il problema delle microplastiche, quelle che ne sono la causa sono le fibre sintetiche.

Vediamo ora quali sono i tessuti fatti con fibre sintetiche.

TIPI DI TESSUTI SINTETICI

Esistono tantissime tipologie di tessuti sintetici, e più si va avanti più se ne inventano di nuovi.

Quelli più comuni però sono:

  • ACRILICO: utilizzato a partire dagli anni '50, appare molto simile alla lana. Deriva dalla polimerizzazione dell'acrilonitrile. Ha la caratteristica di non infeltrire, è soffice, caldo, resistente e non perde la sua forma, non si restringe e si asciuga velocemente;
  • ELASTAN: è una fibra a base di poliuretano che viene aggiunta ad altri tessuti, come il cotone, per conferire elasticità. Viene molto apprezzato per la sua resistenza e può avere molti nomi tra cui lycra;
  • NEOPRENE: è un tessuto creato con gomme sintetiche a base di policloroprene, utilizzato per creare accessori e mute subacquee. È infatti resistente agli strappi, flessibile ed un buon isolante termico;
  • NYLON: ne esistono vari tipi, in base al tipo di polimeri con cui è realizzata la fibra. È apprezzato per la sua tenuta della forma, elasticità, leggerezza e resistenza. Viene utilizzato per produrre collant, cime, reti da pesca, corde per chitarre ecc.;
    • POLIESTERE: le fibre di questo materiale sono utilizzate per confezionare capi sportivi "tecnici", il pile oppure essere unite ad altre fibre naturali. Ha la caratteristica di essere morbido, non si stira e si asciuga molto velocemente.

 

      LE MICROPLASTICHE RILASCIATE DURANTE IL LAVAGGIO

 

Come detto prima quindi, uno dei grossi problemi dei tessuti sintetici è proprio che rilasciano microplastiche nell'ambiente.

Soprattutto quelli in poliestere, come il pile per esempio, sono addirittura prodotti con una parte di plastica riciclata dalle bottiglie. E se da un lato questo potrebbe sembrare un fatto positivo, dall'altro non lo è.

Infatti tutti i tessuti, con l'utilizzo ed il lavaggio, perdono una certa quantità di fibre.

Quindi nel caso del pile la plastica delle bottiglie riciclate viene comunque, in un modo o nell'altro, dispersa nell'ambiente, sotto forma di microfibre.

A questo riguardo, uno studio italiano del 2019 ha dimostrato proprio questo: come il lavaggio in lavatrice di tessuti sintetici sia uno dei principali metodi con cui le microplastiche vengono direttamente veicolate in mare.

Per l'esperimento, hanno utilizzato degli indumenti 100% poliestere e fibre naturali miste a poliestere. Li hanno quindi lavati con un detergente liquido in una comune lavatrice, utilizzando il programma per capi sintetici, esattamente come farebbe uno qualsiasi di noi.

Gli indumenti sono stati divisi per tipo, quindi 100% poliestere e misto poliestere, ed ognuno dei due tipi è stato sottoposto a 10 cicli di lavaggio. Tra un lavaggio e l'altro, i vestiti sono sempre stati fatti asciugare.

Questa divisione ha permesso di evitare la contaminazione: cioè che le fibre degli indumenti 100% poliestere potessero combinarsi con quelle rilasciate dal tessuto misto.

Lo scopo infatti era anche di valutare come varia la quantità di microplastiche rilasciate, in relazione al tipo di tessuto.

Alla fine di ogni lavaggio, l'acqua di scarico è stata quindi filtrata con filtri a maglie sempre più strette, da 400 µm fino a 5 µm.

Le microplastiche raccolte sono quindi state contate e divise per numero e dimensione.

Le fibre sintetiche filtrate dall'acqua di scarico, con filtro di 60 µm. Immagine modificata da De Falco et al. 2019

Le fibre sintetiche filtrate dall'acqua di scarico, con filtro di 60 µm. Immagine modificata da De Falco et al. 2019

I risultato è stato che, alla fine di tutti i cicli di lavaggio, è stato raccolto un totale dai 120 ai 380 mg di fibre per kg di vestiti, cioè dalle 604.000 alle 1.500.000 microfibre rilasciate.

E ricordate che sono state raccolte grazie ai setacci posizionati dai ricercatori!

Ma di solito, filtri di questo tipo non sono presenti negli scarichi delle lavatrici. Perciò tutte quelle fibre finiscono direttamente nell'ambiente.

      COME RIDURRE LA DISPERSIONE DI MICROPLASTICHE DURANTE IL LAVAGGIO

 

Dopo averti parlato di tutti questi problemi, ti propongo anche alcune soluzioni per aiutarti a ridurre l'impatto ambientale del tuo bucato.

Per evitare la dispersione delle microfibre puoi:

      • Utilizzare dei sacchetti appositi, fabbricati con un tessuto particolare, dotato di maglie così strette da trattenere le microfibre. Funziona come le retine per i capi delicati. Basta "isolare" i capi sintetici nel sacchetto e lavarli normalmente insieme al resto del bucato;
      • Dotarti di una palla cattura fibre. È un'invenzione recente, che non ho ancora provato personalmente, ma che pare funzioni. Si chiama Cora ball ed è una sfera di plastica riciclata il cui funzionamento è ispirato alla natura. Cattura le microfibre con lo stesso principio con cui i coralli filtrano l'acqua del mare;
      • Installare un filtro direttamente collegato allo scarico della lavatrice. Questa soluzione è stata proposta da una start up slovena, Planet Care;
      • Infine l'ultima e più scontata soluzione è evitare di acquistare prodotti in tessuto sintetico preferendo quelli naturali, eliminando il problema alla radice.

La differenza è che mentre le prime tre sono delle soluzioni per tamponare il problema, l'ultima è più risolutiva.

Nel senso che per quanto le fibre possano essere filtrate e smaltite correttamente nella spazzatura, rimangono pur sempre plastica in più dispersa nell'ambiente.

CONCLUSIONE

Per concludere i tessuti sintetici, inventati a partire dalla metà del '900, hanno portato una rivoluzione.

In campo sportivo, hanno permesso di creare indumenti ad hoc per ogni tipo di esigenza specifica.

In ambito casalingo, l'introduzione dei panni in microfibra per esempio, è stata una rivoluzione. Hanno infatti un maggiore potere pulente, riducendo così il bisogno di utilizzare detersivi chimici.

Nell'abbigliamento hanno permesso di migliorare la vestibilità degli indumenti, produrli a più basso prezzo e di diverso tipo. Per esempio, oggi esistono decine di varianti diverse di calzini, da quelli di cotone a quelli in microfibra simile al pelo dei peluches.

Preso atto di ciò, bisogna ammettere che in certi casi, come in ambito sportivo, ormai è impossibile fare a meno dei tessuti tecnici. Per esempio, io sono una subacquea e non posso fare a meno di utilizzare le mute in neoprene.

Ed allo stesso tempo probabilmente la maggior parte dei vestiti che hai nell'armadio, come nel mio caso, contiene uno o più tipologie dei tessuti sintetici di cui ti ho parlato.

E va bene così, non bisogna per questo buttare via tutto! Anzi!

L'importante è essere consapevoli del loro impatto ambientale e, quando possibile, evitare di acquistarne di nuovi. O meglio, preferire quelli in fibre naturali.

In casa per esempio, potresti cercare di evitare di utilizzare panni, tappeti ed asciugamani in microfibra o altro tessuto sintetico.

Ma per quanto riguarda ciò che possiedi già, la soluzione migliore è adottare tutte quelle accortezze di cui ti ho parlato sopra. Così potrai perlomeno contenere il danno, senza buttare ciò che hai già!

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